sabato 12 novembre 2011

Il mistero del fungo assassino

Era una gelida notte nei sobborghi di Londra.
L'orologio della cattedrale segnava mezzanotte e il mio informatore tardava ad arrivare.
Ci sono notti in cui forze oscure vagano per la città salendo come una miasma dalle acque del fiume. Si aggirano strisciando lungo stretti vicoli in cerca di una vittima.
In certe notti vi consiglio di sprangare bene le porte e tapparvi le orecchie, poichè già molti uomini sono stati resi folli dall'urlo del fungo assassino!
Non mi illudo che crediate alla mia strana storia, ma quello che ho visto non posso cancellarlo, ne può farlo il vecchio John che ora giace nelle viscere del Tamigi.

La luna spiava la terra nascosta da un banco di nebbia. Le ombre delle case e dei palazzi sembravano oscillare smosse dal vento, come se danzassero inquiete.
La città era preda di forze magiche che dormono durante il giorno nascoste agli uomini, ma che al tramonto vagano selvagge ed assetate a sfogare l'ira per la propria prigionia.
Il buio è il loro regno, e nessun uomo può mutare questo ordine. Fu in quella gelida notte che l'imparai tragicamente.
Dieci minuti dopo la mezzanotte, la danza delle ombre si ruppe improvvisamente, il silenzio che si era creato fu rotto solo dal succedersi frenetico di passi lungo il viale su cui mi trovavo e dall'ansimare del mio informatore, che mi correva incontro come inseguito dalla morte in persona.
Osservando il suo volto sconvolto mossi verso di lui, ma come se si accorgesse di me per la prima volta si fermò di scatto, lanciò un terribile urlo e cadde a terra morto.
Fu allora che lo vidi. Non so spiegare bene come accadde. In un attimo fu sopra di lui, lo afferrò con i suoi arti adunchi e lo scagliò nel fiume.
Non ebbi il tempo di riflettere, nè la forza per reagire. Quell'essere, qualunque cosa fosse, mi aveva paralizzato.
Finito il suo macabro rito si volse verso di me, parlava alla mia mente: "Dov'è mio figlio? Dov'è mio figlio?".
La sua massa immensa e gelatinosa si stava avvicinando, stavo per soccombere come John, ma nonostante tutto non potevo fare nulla.
Quella specie di enorme fungo mi avrebbe schiacciato ed io sarei morto.
"Dov'è mio figlio? Dov'è mio figlio?" continuava a ripetere.
Ma la morte non reclamava la mia vita ed il mostro passò accanto a me senza toccarmi. Non ero io quello che cercava.
Ritrovando le forze mi voltai a guardare ciò che accadeva, chiedendomi perchè quel mostro mi avesse risparmiato. Ed ecco che un altro enorme essere si avvicinava al primo emettendo gemiti paurosi. Insieme si avvicinarono alla sponda del fiume e si inabissarono per non comparire mai più.
Ogni volta che penso a ciò che accadde, vedo il corpo di John nel suo letto di morte insieme al suo assassino.
E' per questo che in certe notti non è bene trovarsi in certi luoghi, state a casa, chiudete le vostre orecchie per non sentire l'urlo del fungo assassino!

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