martedì 30 aprile 2013

Felicità

Felicità®
di: Will Ferguson casa editrice: Feltrinelli collana: Universale economica pag: 301 titolo originale: Happiness



Edwin de Valu è un redattore presso la casa editrice Panderic Books Incorporated , nella sezione saggistica. Edwin ha una vita grigia, sempre in lotta con i romanzi della "pigna purulenta", la catasta di improbabili romanzi che si trova a dover visionare e respingere ogni giorno, alla ricerca di qualcosa di valido da poter pubblicare. Implacabile Edwin cestina un romanzo dopo l'altro. "Quello che ho imparato sulla montagna" voluminoso romanzo frutto di un eremitaggio in Tibet di  Tupak Soiree, stà per essere a sua volta cestinato quando Edwin viene chiamato in riunione . Prima che Edwin possa rendersene conto il romanzo di Tupak Soiree finirà per cambiare la sua vita e quella dell'intera nazione, ma non come ci si potrebbe aspettare.

Vita! Amore! Saggezza!, Tupak Soiree vi offre questo e molto altro con la sua intensa e chilometrica opera narrativa. Prima che ve ne possiate accorgere la vostra vita sarà completamente e radicalmente cambiata, la Felicità con la F maiuscola irromperà nella vostra esistenza aiutandovi a dimagrire, smettere di fumare, guarire dal vizio del gioco d'azzardo, dall'alcolismo e dalla tossicodipendenza, e a trovare il proprio equilibrio interiore, godersi l'esistenza e fare soldi. Edwin de Valu, antieroe per eccellenza, cinico, bugiardo, pusillanime e fedifrago, si troverà a generare suo malgrado il mostro della felicità globale. Ma chi è in realtà Tupak Soiree e cosa vuole veramente? Gli sconvolgimenti globali determinati dall'incredibile successo della teoria di Soiree saranno la chiave di volta che farà di Edwin un vendicatore spietato  e inarrestabile, alla ricerca di qualcosa che arresti per sempre la vuota, mistica e uniformante Felicità globale a cui Edwin risulta immune, ma che ha sconvolto la società. Tutti hanno infatti abbandonato qualunque tipo di vizio o la ricerca della bellezza o la corsa per l'autoaffermazione avviandosi verso un cammino spirituale che li porta ad abbandonare tutto e partire alla scoperta della decantata Felicità, un solo biglietto è il loro messaggio d'addio: "Sono a pesca". Will Ferguson narra del tema dei temi, il motore immobile che alimenta e consuma l'umanità: la ricerca della Felicità. Ma a differenza di quello che avrebbe potuto propinarvi Tupak Soiree,  Ferguson ci descrive una felicità che non può prescindere dalla tristezza, delineando un romanzo rocambolesco, pseudo-filosofico e molto, molto cinico. Se non è possibile trovare in Felicità la dirompente ironia di "Autostop con Buddha", riusciamo comunque a cogliere un sarcasmo tagliente, talvolta guascone, che irride alla natura stessa del suo percorso: trovare la felicità? Andiamo, state scherzando? Edwin de Valu è il protagonista meno felice e meno indicato per lo scopo, eppure riesce ugualmente a svolgere la sua missione di involontario salvatore. Felicità alterna delle parti molto ben riuscite, come la descrizione del mondo dell'editoria, dei contratti editoriali e della pubblicazioni in genere (che ho trovato geniali) , le scene con il capo di Edwin ( il Signor Mead) e quelle con Tupak Soiree, con parti meno brillanti, come  la relazione pesudo-romantica con la redattrice May Weatherhill, e tutte quelle con la moglie Jenni (che risultavano un po' forzate). Ferguson crea un mondo la cui follia rasenta incredibilmente la cruda realtà, restando comunque sempre in bilico sul margine dello scherzo burlone. In definitiva Felicità è un romanzo scorrevole, sarcastico, che se non vi farà proprio ridere, vi strapperà comunque un cinico sorriso. Consigliato a chi cerca la felicità, ma non è sicuro di volerla trovare, a chi adora l'ironia cinica, a chi conosce lo stile di Will Ferguson e a chi cerca una lettura rapida...ma non chiedetemi altro...Sono a pesca! Voto: 7 +

Di Will Ferguson ho già recensito:


 

venerdì 26 aprile 2013

La sovrana lettrice

La sovrana lettrice
di: Alan Bennet casa editrice: Adelphi  collana: Gli Adelphi pag: 95 titolo originale: The Uncommon Reader



Correndo dietro ad uno dei suoi indisciplinati corgi sua maestà la Regina Elisabetta finisce nel cortile dietro le cucine di palazzo e scopre lì una biblioteca circolante gestita dal signor Hutchings dove trova, intento a leggere, lo sguattero di cucina Norman. Con somma magnanimità sua Maestà decide di prendere in prestito un libro e da quel momento la vita di Elisabetta subisce una inaspettata svolta.

Se avrete la compiacenza di leggere questa Nostra recensione, vi assicuriamo che ne trarrete sommo beneficio, raramente Ci capita di avere l'opportunità di erudirvi su ciò che la lettura ha in serbo per voi, e questa potrebbe essere una nobile occasione. Su su, non c'è bisogno di fare la riverenza e smaniare per l'ansia, qui su Il Sogno del Drago la lettura è sicuramente nobile, ma di una nobiltà assolutamente Repubblicana. La nobiltà delle pagine di Alan Bennet è invece quella di una Regina tanto temuta quanto rispettata e, con il tipico humour inglese, sottilmente canzonatoria. Cosa può fare la lettura ad una Donna che ha girato tutto il mondo, conosciuto personaggi incredibili, vissuto una guerra e che in sostanza ha visto tutto quello che è possibile vedere in 80 anni? Ecco che "La sovrana lettrice" si appresta a rispondere a questa domanda, con una scioltezza e un'agilità degne di una volpe inglese, ma una di quelle che non si fanno acchiappare! "E' possibile che io mi stia trasformando in un essere umano. Non sono convinta che si tratti di un cambiamento auspicabile" con questa umoristica nota Elisabetta esprime bene l'incredibile cambiamento che la scoperta della lettura sta effettuando su di lei. Elisabetta crede di aver visto tutto, ma quello che non sa è che i libri se ne infischiano dei loro lettori, non hanno pregiudizi o preferenze, non si mostrano diversi a seconda di chi li legge, nemmeno se a leggerli è sua Maestà in persona. Ecco quindi che la Sovrana finirà col trovare nella lettura una dimensione che ridefinisce la lettrice, e la persona, che lei stessa aveva dimenticato di essere. La lettura travolge e modifica la vita della Regina a tal punto che tutti quelli che ruotano intorno a lei, dal Duca suo consorte all'ultimo dei valletti, finiranno con l'osteggiare questo amore profondo e tenteranno di riportare sua Maestà nei ranghi consueti. Ma si sa, se dai a qualcuno le ali per volare, non puoi aspettarti che continui a gattonare e la Regina finirà per stupire i suoi sudditi nel modo più inatteso. Alan Bennet dipinge una perfetta miniatura che ritrae e immortala la  potenza della lettura, rendendo il tutto ancora più efficace ed incisivo mediante un protagonista-ospite d'onore molto speciale. La Regina è esattamente come ce l'aspettiamo e allo stesso tempo una caricatura amabilissima di se stessa, un veicolo molto speciale e spiritoso di un messaggio assai semplice: leggere ti cambia. Consigliato a chi conosce bene l'amore per i libri, a chi apprezza lo humour inglese e  cerca una lettura breve, ma sottilmente spassosa. Che Dio Salvi La Regina! Voto: 8

Un brano tratto dal libro:

Intanto andavano e venivano i visitatori più illustri, fra cui il presidente francese [...] si era rivelato una miniera riguardo a Proust, che per la regina era sempre stato solo un nome. Il ministro degli Esteri non conosceva nemmeno quello, e così Sua Maestà poté metterlo un po' al corrente. <<Poveretto, una vita infame. Un martire dell'asma. Il tipo di persona a cui viene da dire: "Insomma tirati un po su!". Ma la letteratura è piena di gente così. La cosa strana era che quando ha intinto un pezzo di dolce nel tè (pessima abitudine) gli è tornato in mente tutto il suo passato. Sa, ci ho provato anch'io e non mi ha fatto nessun effetto>>.
<<Magari non era il dolce giusto, Maestà>>

giovedì 25 aprile 2013

Ogni giorno

Ogni Giorno
di: David Levithan casa editrice: Rizzoli pag: 370 titolo originale: Every Day



A si risveglia ogni giorno nel corpo di un'altra persona. Ogni mattino A si trova ad affrontare le giornate e le vite di persone sconosciute ed è così da sempre. Scivolando da una vita all'altra, A ha imparato ad interagire col mondo, senza interferire in maniera drastica sulle personali vicende dei suoi ospiti, fino al giorno in cui, nel corpo di Justin, non conosce Rhiannon, e l'amore risveglia in lui il bisogno di una esistenza tutta sua.

Se state vivendo una straordinaria sensazione di Dejavu, non è perché state "abitando" il corpo di qualcun'altro, ma perché probabilmente vi è capitato di vedere qualche episodio di "In viaggio nel tempo" aka "Quantum Leap", telefilm degli anni '90 in cui il dottor Samuel Beckett (Scott Bakula) viaggia attraverso il tempo passando da un corpo all'altro, vivendo le esperienze legate a ciascun "ospite" involontario e cercando di risolvere i problemi  legati alle loro vicende personali per poter passare al successivo "salto" temporale. Sebbene quello del protagonista  A non sia un viaggio nel tempo, ma solo nello "spazio" ( poiché si sveglia sempre in corpi che hanno la sua età, e che vivono  a poche ore di distanza l'uno dall'altro) l'idea risulta sicuramente molto simile. Se però non avete mai visto Quantum Leap, tranquilli, il romanzo ha comunque un suo percorso narrativo ben preciso, il quale è facilmente comprensibile anche senza precedenti esperienze televisive. A si ritrova catapultato nell'esistenza dei più svariati individui, felici, malati, gay, depressi, sportivi, drogati, semplici studenti normali, e grazie a queste esperienze ci fa "mettere nei panni" di ognuno, rivelando punti di vista interessanti e cercando di farci capire quanto difficile sia rapportarsi con il mondo, e vivere il proprio personalissimo Io. Com'è essere in un corpo che smania per la droga? Cosa si prova quando la depressione rende tutto una cappa oscura e opprimente? E come ancora è vivere una sessualità che non viene capita e accettata facilmente dagli altri? David Levithan costruisce una storia d'amore che trascende l'aspetto fisico, le malattie o la sessualità per darci un semplice messaggio: se ami qualcuno, quel qualcuno è al di là dello spazio e del tempo, l'amore è un salto della fede nel sentimento che ti lega a l'altro. Nel momento in cui A scopre l'amore, tutto il suo "sistema" viene scombussolato,  l'esistenza di A  dovrà ridimensionarsi e trasformarsi per potersi di nuovo definire. Nel nuovo percorso A si troverà involontariamente a sconvolgere la vita di uno dei suoi ospiti e questo lo porterà  a trovarsi per la prima volta in pericolo. Alla storia d'amore, e al tentativo di educarci a vedere attraverso gli occhi di qualcun'altro, David Levithan associa  quindi anche un po' di suspense , sufficiente a dare un po' di pepe alla storia, ma che  lascia alla fine del romanzo con molte più domande di quante siano le risposte. Se da una parte è lodevole da parte dell'autore il suo tentativo di aprirci gli occhi su ciò che è "L'altro" e su quanto le personali esperienze di ciascuno influiscano  sulla resa della sua esistenza, allo stesso tempo non tutti i temi sono trattati con il dovuto approfondimento, lasciando il lettore non del tutto convinto. David Levithan ha sicuramente molto caro il tema dell'orientamento sessuale, ed in particolare quello dell'omosessualità, e questo verrà riproposto in molti modi all'interno delle varie vite impersonate da A. Tutti i punti di vista risultano interessanti, ma alcuni sembrano essere inseriti più con intento  puramente educativo che non per continuare o completare la storia. In definitiva il libro si lascia leggere facilmente, intrattiene e propone anche qualche spunto di riflessione interressante, ma lascia con un senso generale di incompiutezza. Avrei voluto che lo scrittore avesse limato alcuni punti e cercato di spiegare meglio la strana esistenza di A. Forse però David Levithan voleva solo comunicare un generale messaggio d'amore senza vincoli, e quindi la lettrice di fantascienza-fantasy che è in me si è fatta qualche domanda di troppo. Consigliato a chi cerca una lettura semplice,  scorrevole, che parla d'amore e fa riflettere  e ha un lato sci-fi, senza però essere minimante uno sci-fi. Voto: 7.

Un brano tratto dal libro:

"Sono un vagabondo, e anche se la mia condizione comporta un certo grado di solitudine, mi regala un notevole senso di liberazione. Non sarò mai costretto a definire me stesso a partire da qualcun altro. Non soffrirò mai la pressione delle occhiate, il fardello delle aspettative dei genitori. Ai miei occhi ogni individuo si presenta come la parte di un tutto, e io posso concentrarmi su quel tutto più di chiunque altro. Non sono accecato dal passato, né motivato dal futuro. Mi concentro sul presente perché è la sola dimensione che sono destinato a vivere."

martedì 23 aprile 2013

Paradisi Perduti

Paradisi Perduti
di: Ursula K. Le Guin casa editrice: Delos Books collana: Odissea Fantascienza pag: 142 titolo originale: Paradises Lost



L'astronave Discovery  ha intrapreso un viaggio che la porterà alla scoperta di un nuovo mondo abitabile dagli esseri umani. Il viaggio, della durata di duecento anni, porterà i discendenti dei navigatori, la sesta generazione, verso una "Nuova Terra" (Shindychew) per raccogliere informazioni ed esplorare il pianeta al fine di inviare le informazioni sulla Terra, Dichew, (ormai al collasso a causa dell'eccessivo sfruttamento) e poi fare ritorno. Ma il viaggio che allontana la Discovery da Dichew, allontana anche le generazioni che la popolano da un mondo che non hanno mai conosciuto, chiedendo loro di abbandonare quello protetto e affidabile, l'astronave Discovery, che invece hanno imparato a conoscere e ad amare.

Paradisi Perduti è il resoconto di un viaggio esplorativo fantascientifico che è la metafora dell'evoluzione umana, che perde le sue origini e cerca delle risposte nell'unico mondo che conosce. Gli abitanti della Discovery vengono allevati nella conoscenza di cose che non hanno mai potuto osservare: nuvole, prati, cieli azzurri, il vento che ti sfiora. All'interno della Discovery non ci sono guerre o malattie, nessuno ha mai fame o freddo, non esistono privazioni, ma una società pianificata e controllata per essere funzionale a se stessa. Così, passando dalla generazione zero alla quarta generazione, quello che prima era importante o persino reale diventa un concetto astratto e superfluo, qualcosa che esula della realtà di ogni giorno. Attraverso gli occhi di  Hsing e Luis osserviamo quindi l'evoluzione di un mondo il cui cielo è costituito dalle pareti di un'astronave e la terra da un un morbido tappeto, e in cui le generazioni intermedie, quelle cioè che non conosceranno mai né la Terra, né il pianeta di arrivo, cercheranno una risposta alla propria esistenza. Ecco quindi la nascita di un culto pseudoreligioso, gli angeli, i quali finiscono col credere che la vera meta sia "il viaggio" e non l'arrivo sul nuovo pianeta. Ursula K. LeGuin ha una visione profonda e meditativa della natura umana, dei suoi meccanismi, delle sue necessità, che va al di là del racconto di fantascienza e diventa quasi un piccolo trattato di filosofia-stellare: se togli la Terra all'uomo cosa l'uomo chiamerà Mondo? Come l'uomo definisce e reinventa se stesso quando quello che gli viene insegnato non appartiene più alla realtà che conosce? Gli spunti di riflessione sono molti e ben orchestrati all'interno della storia, più di una volta ho pensato che le evoluzioni date alla narrazione fossero particolarmente azzeccate, legando la storia dei protagonisti a doppio filo con un evoluzione fantasiosa e realistica del romanzo e allo stesso tempo lasciando il lettore con molti interrogativi su come una situazione simile potrebbe evolversi in realtà. La narrazione inoltre è condita da una sufficiente dose di tensione su ciò che stà per succedere sulla Discovery, nel modo tipico e piacevole dei romanzi sci-fi, e con uno stile che se  non si potrebbe definire complesso o difficile, risulta comunque denso e particolare, e necessita di tutta l'attenzione del lettore per poter essere compreso. Una piccola chicca per gli amanti della fantascienza, e una lettura interessante per chi si pone domande sulla natura umana e sul bisogno di schemi in cui riconoscersi e definirsi. Paradises Lost è un racconto che venne pubblicato sull'antologia "The Birthday of the World" nel 2002. Consigliato agli amanti della fantascienza, ma anche al filosofo che è in ognuno di voi. Voto: 8

Un brano tratto dal libro:

"Per quanto tu fossi civilizzato, il corpo rimaneva qualcosa di selvatico, selvaggio, naturale. Doveva mantenere le sue funzioni animali, o morire. Non poteva mai essere pienamente domato, pienamente controllato. [...] Le uniche cose che si poteva controllare perfettamente erano inanimate: la materia del mondo, gli elementi e composti, solidi, liquidi o gas, e gli artefatti che se ne ricavavano. E chi era a controllare, a civlizzare la mente? Era civilizzata? Controllava se stesa?"

lunedì 22 aprile 2013

Il trono di spade. Il regno dei lupi e la regina dei draghi. Vol 2

Il trono di spade. 
Il regno dei lupi e
 la regina dei draghi. Vol 2

di: George R.R. Martin casa editrice: Mondadori collana: Oscar bestsellers pag: 982 titolo originale: A Clash of Kings - Book Two of a Song of Ice and Fire




Alla morte di Robert Baratheon il trono di spade, dove siede il Re dei Sette Regni ad Approdo del Re, vieni occupato dal tredicenne Joffrey, sotto la reggenza della madre Regina Cersei Lannister e il consiglio del primo cavaliere e zio Tyrion Lannister (detto il folletto). Ma i Sette Regni non sono più uniti sotto un unico vessillo e ci sono altri tre pretendenti al trono:  Stannis Baratheon  signore della Roccia del Drago (secondo fratello del defunto Robert), Renly Baratheon Lord di Capo Tempesta (fratello minore di Robert) ed infine Robb Stark (figlio di Eddard Stark giustiziato da Joffrey) , giovane Lord di Grande Inverno eletto per acclamazione Re del Nord dai Signori del Nord. Theon GreyJoy, ex protetto di Grande Inverno, ritornato dopo dieci anni nelle Isole di Ferro pretendendo il ruolo di principe, quale figlio di Re Balon, vede vacillare ogni sua certezza nella fredda accoglienza di un padre che non lo ama e di una sorella che reclama a sua volta il comando: tenterà di rinsaldare il suo ruolo concquistando Grande Inverno (lasciata alle cure di Bran Stark, fratello di Robb)  e proclamandosi nuovo Re del Nord. Al di là del mare, Daenerys Targaryen della stirpe dei Draghi, divenuta capo di un khalasaar (popolo nomade di barbari), leggitima erede al trono di Spade come discendente del Re Aerys spodestato e ucciso in favore dell'insediamento di Robert Baratheon, cerca di mettere insieme una flotta che le permetta di rivendicare il suo trono. Nel lontanissimo Nord al di là della Barriera, che divide i Regni del Nord dal popolo dei Bruti, Mance Ryder  raduna le sue forze, e strani inquietanti magici eventi accompagnano la sua discesa in campo: i morti tornano alla vita sotto forma di spettri sanguinari ed una cometa Rossa solca il cielo foriera di strani presagi.

Da ogni parte dei sette Regni e persino dalle terre al di là del mare la Cometa Rossa è il simbolo che scuote i pensieri di ciascun protagonista di questo intricato secondo romanzo delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Segno di sventura? Indicazione da seguire? Rosso presagio di sangue versato? Ciascuna voce narrante vedrà in essa un simbolo o un monito del cielo, nella lotta sanguinosa e terribile per la conquista del trono. Anche in questo secondo volume la narrazione avviene attraverso i punti di vista alternati di diversi personaggi: Jon Snow (figlio illeggittimo di Eddard Stark), Arya, Bran e  Catelyn Stark (figli  e moglie di Eddard rispettivamente), Theon Greyjoy, Daenerys Targaryen, Tyrion Lannister e Davos Seaworth (consigliere di Stannis Baratheon e capitano di vascello). Ogni personaggio è degnamente caratterizzato da una prosa ricca e complessa e da una narrazione che non lesina colpi di scena e cruda realtà. I sette Regni sono ormai in guerra, e ciascun Lord o castellano si vede schierato da una parte o dall'altra dei vari pretendenti al trono,  e non ci viene risparmiato nulla quindi dello spietato mondo dei conflitti e delle macchinazioni della lotta armata. Alle trame ordite dai vari pretendenti al trono si aggiunge anche l'oscuro mondo della magia, che sarà protagonista nel gioco mortale fra i lord coinvolti. E ancora l'elemento magico sarà fortemente presente nella vita di Daenerys che al di là del mare ha portato in vita tre veri Draghi, e sarà guidata e coinvolta dal mondo esoterico. George R.R. Martin riesce ancora una volta a gestire un'incredibile quantità di personaggi e di eventi e sviluppa astutamente la trame delle sue Cronache, che anche in questo volume coinvolgono e tengono incollati alle pagine con il ritmo di un film. Come ho segnalato per il volume precedente, tengo a precisare che anche questa volta, e in misura ancora maggiore, non si tratta di un libro per animi sensibili o lettori troppo giovani, i massacri e le atrocità della guerra saranno descritti senza pietà alcuna. Se quindi non amate il Fantasy troppo crudo (sebbene qui sia tutto orchestrato sapientemente) , questa potrebbe essere una lettura dai toni troppo forti per voi. Ancora una volta Arya e Jon Snow si sono riconfermati i miei personaggi preferiti, e di nuovo è innegabile l'occhio di riguardo per quel gran bastardo di Tyrion Lannister, che nella sua perfidia riesce comunque ad essere un personaggio molto vero, inutile aggiungere che ho odiato Joffrey e Theon Greyjoy con tutte le mie forze. Consigliato a lettori adulti e nello specifico: a chi ha amato il primo volume della serie (con l'avviso che qui i giochi si fanno ancora più duri) a chi ama il Fantasy ad ambientazione medioevale, a chi adora i fantasy gurrefondai e le perfide macchinazioni. Grande Inverno! Voto: 8


Qui la mia recensione del primo volume delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco

Qui la pagina di wikipedia che riporta la suddivisione fatta da Mondadori nella traduzione dei Romanzi di G.R.R.Martin.

martedì 16 aprile 2013

Player One

Player One
di: Ernest Cline casa editrice: ISBN pag: 640 titolo originale: Ready Player One



A.D. 2040 . James Halliday multimiliardario creatore del gioco multiplayer online OASIS è appena morto. Ciascun utente di OASIS riceve alla sua morte una mail con un filmato in cui Halliday, noto su OASIS come Anorak, fa il suo testamento virtuale. Chiunque sarà in grado di trovare un Easter Egg, programmato e nascosto da Hallyday all'interno di OASIS, sarà l'erede dell'immensa fortuna. Il mondo reale al di fuori di OASIS è un pianeta devastato dalla crisi energetica, dove sopravvivere è ormai diventato difficilissimo. Gli Egg Hunters, poi soprannominati Gunters, dovranno trovare tre chiavi per potere scoprire l'Easter Egg . Unico iniziale indizio per trovare la prima delle tre chiavi è una enigmatica filastrocca. Dopo cinque anni dall' inzio della ricerca ( a cui milioni di utenti partecipano) il diciottenne e indigente Wade Watts scova la prima chiave, si innesca così un videogioco all'ultimo fiato dove per vincere il premio in palio, desiderato anche dalla potente corporation IOI, si rischia anche la vita.

Insert Coin...Please Insert Coin to read this review...Click...Ready PLayer One? Bene! Avete inserito il gettone e siete quindi pronti a leggere questa recensione, piena zeppa di spalline imbottite e capelli cotonati. Si perché sebbene Player One si svolga nel lontano distopico 2045, l'intero mondo videoludico alla base della ricerca dell'Eater Egg, e molta parte di questo romanzo, si basa sui mitici anni ottanta, con i suoi videogiochi cabinati dove era necessario inserire un gettone , scegliere Player One ( o Player two se si era in due) e lasciarsi risucchiare dalla sfida in colorati pixel. Ma gli anni '80 sono stati anche  gli anni delle prime console, di straordinari film e giochi di ruolo, adorati da Halliday ( e sospettiamo fortemente anche da Ernest Cline) e alla base di questo incredibile romanzo dalla trama meravigliosamente Nerd e Geek. La trama di Player One scivola via con il ritmo incalzante e accativante di un videogioco, tenendo incollati alle pagine il piccolo avido Nerd che è in voi, pronto ad esclamare "Sì! L'adoravo anche io quel film! Anche quel videogioco! Ho letto i suoi libri!", ogni volta che verrà nominato uno dei molti film che hanno fatto la storia degli Eighties (molti dei quali sono stati trasmessi qui da noi anche in anni più recenti) o le prime console come il favoloso Commodore 64 (sebbene qui vengano citate anche console molto più vecchie) o i primi videogiochi 2D (pacman! pacman! pacman!) e perfino molti autori di fantascienza e fantasy. Il mondo di OASIS che farà da sfondo alla gara è infatti l'ode di Halliday al suo mondo di adolescente degli anni '80, basato quindi su tutto ciò che ha più amato in gioventù e che diventa la Bibbia di ciacun Gunter al fine di svelare gli indizi per la ricerca delle chiavi. Lady Hawke, War Games, i Goonies perfino i film con Molly Ringwald saranno citati così come tantissimi videogiochi, band musicali, giochi di ruolo e letture di quegli anni. Ma non preoccupatevi, il romanzo si svolge comunque nel 2045, non mancheranno quindi i ritrovati tecnologici e videoludici più immaginifici, né la suspence mozzafiato del videogioco vissuto in prima persona. L'interesse della malvagia corporation IOI al ritrovamento delle chiavi , darà infatti alla storia un ritmo incalzante ed emozionante di una partita. Player One è un libro che è un monumento agli '80 e allo stesso tempo un videogioco da vivere in prima persona. Il Nerd che è in voi sarà catturato da una narrazione che non lascia niente al caso, in cui ogni minimo dettaglio (come le varie strategie usate da Wade per cavarsela nella vita di ogni giorno, e in quella su OASIS) viene spiegato con la massima cura con buona pace del Geek/Nerd- lettore precisino e puntiglioso che avrebbe subito da ridire in caso contrario (No dai... non è possibile questa cosa! Come è diventato livello 99 con una spada +5?) e che riserva chicche uniche per chiunque frequenti il mondo di forum, chat e programmazione. Ernest Cline conosce i suoi nerdissimi lettori e traccia sapientemente un trama videoludicamente parlando impeccabile. Consigliato a tutti gli amanti degli anni '80, a Nerd e Geek, ai videogiocatori e agli amanti della fantascienza moderna. GAME OVER. Voto: 8 ++

Di lato la copertina dell'edizione americana

lunedì 15 aprile 2013

L'ambasciatore di Marte alla corte della Regina Vittoria

L'ambasciatore di Marte alla corte della Regina Vittoria
di: Alan K.  Baker casa editrice: Delos Books collana: Odissea Fantascienza pag: 400 titolo originale: The Martian Ambassador




L'ambasciatore di Marte Lunan R'ondd è morto all'improvviso in circostanze misteriose. L'investigatore speciale dell'Ufficio Affari Clandestini di Sua Maestà Thomas Blackwood viene incaricato di fare chiarezza sul mistero per evitare l'insasprirsi dei rapporti fra la Terra e Marte. Nel frattempo Lady Sophia Harrington, segretario della Società per la Ricerca Psichica, è sulle tracce del malvagio Jack il Saltatore. Le strade di Blackwood e Lady Sophia si incroceranno per sventare un complotto interplanetario che minaccia l'Impero.

A Londra sta per essere inaugurata l'Esposizione Universale, è quindi un momento delicatissimo per le sorti  dell'Impero, che non può manifestare  debolezza agli occhi di possibili nemici. In un Inghilterra dove è possibile trovare alta tecnologia marziana e allo stesso tempo carrozze a cavalli, il mistero che avvolge la morte di Lunan R'ondd si tinge di giallo-steampunk, in un romanzo dalla prosa molto semplice e dalla trama abbastanza lineare, che però non lesina magia, esoterismo, fantascienza e ottimo the. Le atmosfere vittoriane si sposano bene con i tipici elementi steampunk e il tipico aplomb inglese che sembra non abbandonare mai i personaggi di questo romanzo, anche durante scene alla "Signora in giallo" in cui il cattivo di turno svelerà le sue carte senza lesinare malvagie e cupe risate. Alan Baker traccia una storia gradevole, facendoci conoscere due personaggi sicuramente interessanti, ma senza svelare troppo di loro, essendo questo il primo libro di una serie  (la  Blackwood & Harrington Mistery) che vedrà ancora protagonisti la Lady e l'investigatore speciale. Allo stesso tempo rivivremo la versione steampunk di uno dei più atroci e famosi misteri dell'Inghilterra, quello di Jack lo Squartatore, qui divenuto Jack il Saltatore per esigenze letterarie. Non manca quindi anche l'elemento noir e, per non farsi mancare proprio niente, l'autore introdurrà anche elemti magici ( come il popolo fatato e l'invocazione di potenti spiriti  jinn) e perfino l'Ordine dei Templari( la cui storia però sarà ben diversa da quella che conosciamo). Il giallo alla base della storia non è uno di quelli intricatissimi , né di tipo psicologico, ma si amalgama bene alle atmosfere vittoriane e gioca un po' volutamente sul sensazionalismo di certe scene, che chiudono alcuni capitoli per poi essere riprese successivamente, in modo alternato ad altri accadimenti. L'autore quindi sfrutta quel tipo di narrazione gialla che punta più sull'avvicendarsi di colpi di scena, che non sull' approfondimento psicologico o sulla ricostruzione alla "Miss Marple", dove i vari indizi svelano il colpevole e spesso il lettore esperto può fare luce da se sugli eventi. In definitiva una lettura carina, che potrebbe piacere sia agli amanti dello steampunk che ai lettori di letteratura generica, soprattutto grazie all'introduzione del nascente legame fra Blackwood e Lady Sophia. Consigliato a chi ama lo steampunk, a chi cerca un giallo non troppo cervellotico e chi ama le investigazioni con coppie di investigatori lui-lei
Voto: 7

Di lato la copertina originale inglese del romanzo, in basso la copertina del secondo volume della serie, inedito in italiano, dal  titolo "The Feaster from the Stars"









martedì 9 aprile 2013

Bambini di farina

Bambini di farina
di: Anne Fine casa editrice: Salani pag: 164 titolo originale: Flour Babies



I ragazzi di una classe di liceo inglese ricevono il compito di occuparsi per tre settimane di un "bambino di farina", un sacchetto di farina del peso di tre chili che simuli un vero neonato e che come tale non dovrà mai essere lasciato solo durante la giornata a meno di non trovare una "baby sitter". L'esperimento, necessario per  partecipare alla fiera della scienza, viene assegnato alla scalmanata classe IV -C composta dai ragazzi meno dotati della scuola, i quali saranno anche soggetti all'onere di compilare un diario che tenga nota di ciascuno dei 21 giorni di "genitorato" farinaceo. Lo studente Simon Martin vivrà l'esperienza in maniera molto sentita.

Bambini di farina è un libro per ragazzi  stravagante, infarcito di un lieve humor inglese e caratterizzato da scene scolastiche a tratti divertenti e a tratti un po' strampalate. Il professor Cartright, che ha il duro compito di occuparsi dei ragazzi della IV C è anch'egli un insegnante sui generis, disperato per la malasorte di trattare con ragazzi lenti di comprendonio, e a sua volta poco incline al raggiungimento di nobili vette educative. Assistiamo quindi a scambi di battute fra compagni di classe, e fra insegnante e scolari infarcite di sarcasmo, tentativi di ribellione e tipica rassegnazione scolastica ( non potete davvero dire di  aver fatto il liceo senza riconoscervi in certi meccanismi descritti nel libro). I ragazzi vivranno ognuno a modo proprio l'improvviso fardello genitoriale, ed in particolare Simon, grosso, burbero e indisciplinato allievo, si troverà quasi a vivere un'esperienza di rivoluzione interiore. Simon infatti si immedesimerà nella scorcentante parte del padre laddove lui stesso non ne abbia mai conosciuto uno essendo stato abbandonato appena nato. Ecco quindi che quello che sembra un semplice compito scolastico diventa per Simon un duro viaggio interiore, alla ricerca di un perché: cosa ha spinto suo padre ad abbandonarlo quando è così facile affezionarsi ad un "bambino di farina"? Scene bislacche si sussegguono quindi nel percorso interiore del ragazzo e nella scoperta da parte dell'intera classe di ragazzi che tutto sommato anche loro sono in grado di "Imparare" e di  cimentarsi in un percorso educativo, per quanto bizzarro. I bambini di farina insegneranno agli allievi cosa significa essere genitori, senza lasciarsi però scappare l'occasione di vivere il tutto nel modo scanzonato e spavaldo tipico dell'adolescenza. In definitiva il libro si presenta come una lettura carina, molto breve, ma a suo modo simpatica e in grado di riportare alla memoria qualche ricordo scolastico fra quelli più strani (se avete frequentato una scuola italiana ne avrete di sicuro, senza nulla togliere alla stramberia inglese). Consigliato a lettori giovani e ad adulti che leggono con piacere racconti a tema scolastico. Voto: 7

Anne Fine è nota al pubblico soprattuto per essere l'autrice del libro "Madame Doubtfire" da cui è stato tratto il famoso film "Mrs Doubtfire" con Robin Williams e pubblicato sempre da Salani con il titolo "Un padre a ore (Mrs Doubtfire)". Qui il sito ufficiale dell'autrice

Di lato la copertina inglese di Bambini di farina

lunedì 8 aprile 2013

Autostop con Buddha. Viaggio attraverso il Giappone

Autostop con Buddha.
 Viaggio attraverso il Giappone

di: Will Ferguson casa editrice: Feltrinelli collana: Universale economica pag: 454 titolo originale: Hitching Rides with Buddha



Will Ferguson, canadese trapiantato in Giappone, decide di mettersi in viaggio in autostop  sul percorso del "Fronte dei Fiori di Ciliegio", ossia seguire la fioritura dei ciliegi dal Sud del Giappone fino ad Hokkaido nell'estremo Nord. Un viaggio all'inseguimento della Primavera Giapponese.

Autostop con Buddha è una guida ironica e scanzonata alle meraviglie e alle contraddizioni del Giappone, viste dagli occhi di un austoppista tanto improbabile quanto tenace. La fioritura del ciliegi in Giappone, il Sakura Zensen, è un evento accolto e festeggiato dai giapponesi con grande enfasi, che "ne monitorano l'avanzata con uno zelo normalmente riservato agli eserciti in massa", e che rappresenta un fugace spettacolo di grande bellezza per chi si trovi ad osservarlo. Il racconto di Will, sulla scia dei petali rosa, non si limita però a narrarci delle città giapponesi come farebbe una guida turistica, ma mostra il Giappone e i giapponesi attraverso la lente d'ingrandimento di un osservatore sagace e profondamente legato a questa da terra da emozioni contrastanti. Will infatti ama il Giappone, ma allo stesso tempo lo odia, in un mix di sentimenti che, per sua stessa ammissione, non si alternano l'uno all'altro, ma coesistono indissolubilmente: "Non si può amare il Giappone e poi odiarlo e poi amarlo come un metronomo. Il Giappone è un paese che si odioama, a cui ci si avvicinallontana, da cui si vuole andarestare". Le città descritte nel suo divertentissimo viaggio, così come i volti e le storie di tutti i giapponesi a cui Will strappa un passaggio, sono lo sfondo di un percorso che non è solo un viaggio del corpo, ma soprattutto una ricerca forsennata dell'animo per capire una terra tanto bella quanto assurda. Le vite di tutti coloro che danno un passaggio a Will, spesso il loro stesso genuino e ingenuo coinvolgimento nel tentare di aiutare l'autore (talvolta deviando di molti chilometri per accompagnarlo nel viaggio, o ospitandolo e persino pagando per lui) incantano e divertono il lettore, mostrando del Giappone il lato più particolare e caratteristico. Allo stesso tempo Will Ferguson riesce a creare un una sapiente miscela di dettagli storici, geografici e personali che intrattengono e appassionano alla lettura e fanno venire una gran voglia di viaggiare per il Giappone, sebbene il distacco dei giapponesi verso gli stranieri venga descritto, analizzato e valutato molto a fondo ( e forse per tutto il libro) senza infiocchettature o imbellimenti smielosi. Will vorrebbe essere amato dal Giappone così come lui lo ama, e alla fine del suo racconto e del suo pazzo viaggio sapremo quale sarà la risposta alla sua ricerca di un punto di congiungimento con questa isola affascinante. Le descrizioni delle bellezze paesaggistiche non mancheranno e nemmeno i momenti di profonda riflessione o quelli di spassoso intrattenimento. Autostop con Buddha è un libro divertente, interessante, pieno di notizie ghiotte, ma  non privo, all'occorrenza, di un cinismo spietatato, e che si legge facilmente e non annoia mai. Consigliato a chi ama i libri di viaggio con approfondimento personale, a chi adora il Giappone e a chi cerca una lettura ricca di humor. Voto: 8


Qui il sito dell'autore

domenica 7 aprile 2013

Il titolo di questo libro è segreto

Il titolo di questo
 libro è segreto
di: Pseudonymous Bosch casa editrice: Mondadori collana: Oscar bestsellers pag: 306 titolo originale: The Name of This Book Is Secret



Cassandra, detta Cass, ha undici anni ed è una survivalista. Nel suo zaino c'è tutto quello che serve per affrontare un emergenza, nulla può quindi prenderla alla sprovvista. Quello però che Cassandra non si aspetta è di avere a che fare con l'enigma della morte di un misterioso mago e, insieme al suo nuovo e intelligente amico Max-Ernest, che non riesce mai a smettere di parlare, di ritrovarsi nel vortice oscuro di un antico intrigo. Come ogni  mistero che si rispetti saranno molti gli elementi coinvolti: loschi figuri, circhi erranti, ampolle di profumo, soli di mezzanotte, codici cifrati e soprattutto un segreto per cui si è disposti a uccidere.

Se vi accingete a leggere questa recensione, sappiate che lo state facendo a vostro rischio e pericolo. Inquietanti personaggi la costellano e cose che non dovreste sapere la compongono. Siete ancora qui? Bene, non dite che non vi avevo avvertito! Pseudonymous Bosch è il depositario delle scomode verità che serviranno a fare luce sul mistero della scomparsa del mago e proprio come me, avverte i lettori che una volta addentratisi nella storia ne saranno coinvolti a proprio rischio e pericolo. Per chi se lo stesse chiedendo, Pesudonymous Bosch è proprio come sembra, un personaggio molto somigliante a Lemony Snicket, un narratore onnisciente e sagace, che non lesina sarcasmo e umorismo un po' noir. L'inizio del libro quindi affascina e invoglia a lettura, e tutte le parti di intervento e chiarimento di Pseudonymous risultano accattivanti e ironiche. A differenza di Lemony Snicket però i due personaggi principali, Cass e Max-Ernest, seppur ben caratterizzati, non riescono a farsi amare come i mitici fratelli Baudelaire, che in Lemony Snicket rapiscono il cuore (Sunny forever!). Allo stesso tempo, mentre in Lemony Snicket l'assurdo (con personaggi caricati all'eccesso nelle loro peculiarità) è cosi ben descritto da risultare plausibile, qui resta sempre un po' in bilico fra il credibile e l'esagerato. La lettura riserva comunque molti piacevoli punti e tratti di originalità, strappando qui e lì qualche risata e più di un sorriso. I cattivi, il Dottor L  e la signorina Mauvais, non riescono a replicare il fascino del conte Olaf e di Esmé Squalor (i cattivi di Lemony Snicket), ma si ritagliano comunque un posto nell'universo infinito dei malvagi narrativi. Inutile dire, che varrebbe la pena leggere il libro anche solo per il fatto che presenta un capitolo dal titolo "Era una notte buia e tempestosa" o perché vi darà qualche dritta su come esprimervi nel caso vogliate unirvi ad un circo itinerante (non si sa mai) o ancora perché vi spiegherà cos'è la sinestesia e quali incredibili conseguenze potrebbe avere se un gruppo di malvagi volesse sfruttarla a proprio vantaggio. In definitiva ho trovato la lettura piacevole, ho adorato le parti con Pseudonymous Bosch, ma ho sentito la mancanza di un quid in più che lo rendesse veramente speciale, anche se credo che in futuro leggerò anche i seguiti della serie. Consigliato a lettori di tutte le età...ma shhh, non ditelo a nessuno...è un segreto! Voto: 7++

Pseudonymous Bosch è lo pseudonimo dello scrittore e sceneggiatore Raphael Simon. Il titolo di questo libro è segreto è il primo di una serie di cinque libri (The secret series), tutti pubblicati in Italia da Mondadori, ognuno dei quali si basa su uno dei cinque sensi.
Il titolo di questo libro è  segreto-basato sull' olfatto
Se State Leggendo Questo Libro è Già Troppo Tardi -basato sull'udito
Questo Libro Potrebbe Farvi Male -basato sul gusto
Questo Non è un Libro -basato sulla vista
Non Toccate Questo Libro -basato sul tatto


Qui il sito della serie da cui ho tratto questa presentazione dell'autore tradotta da me:

"Pseudonymous Bosch è lo pseudonimo anonimo dell'autore della Secret Series. Non si sa molto su di lui tranne che ha un ardente amore per cioccolato e formaggio e un eguale appassionato odio per la maionese. Voci di avvistamenti di "presunti Bosch" sono tanto frequenti e credibili quanto  i rapimenti alieni. Se avete mai incontrato qualcuno che si spaccia per Pseudonymous stesso, egli è quasi sicuramente un impostore. Si dice che il vero Pseudonymous si nasconda nella caverna di una remota giungla (altresì ci sono resoconti contrastanti che si trovi in Groenlandia). Potete non visitarlo sul suo sito."

Qui sotto le copertine Italiane e quelle originali americane:











lunedì 1 aprile 2013

Easy

Easy
di: Tammara Webber casa editrice: Leggereditore pag: 299 titolo originale: Easy



Jacqueline è da poco  stata lasciata dal fidanzato di sempre Kennedy, per il quale ha modificato i suoi obiettivi nella vita, seguendolo all'università verso un futuro che non le appartiene veramente. All'uscita di un party di Halloween, nottetempo,  mentre torna verso il suo furgoncino , Jacqueline viene aggredita da Buck, che tenta una violenza sessuale. Il tempestivo intervento di Lucas evita la tragedia, salvando Jacqueline. Buck continua a orbitare minacciosamente attorno a Jacqueline, mentre lei conosce sempre meglio il misterioso Lucas e cerca di capire cosa significhi veramente "Facile".

Sarebbe facile dare su questo libro un giudizio secco senza dilungarsi eccessivamente, troppo facile. Motivo per il quale, mi ritroverò a parlarne mio malgrado. Come ogni Romance che si rispetti, Easy ci propone la figura imponente e affascinante di Lucas, il bel salvatore misterioso, che trae d'impaccio Jacqueline in più di un'occasione. Niente di nuovo quindi. Lui è bello, bravo e muscoloso (pure tatuato e col piercing al labbro), e chiunque conosca il genere sa già che sarà il protagonista della storia d'amore. Chi legge Romance conosce lo scheletro tipico di questo tipo di romanzo, non si meraviglia per certi canoni ripetuti, perché la bravura nel romance è saper sfruttare una vecchia idea rinnovandola e rendendola interessante. A pagina 1  quindi sappiamo già che Lucas è il prescelto e che Buck ne è la negazione. A pagina dieci sappiamo anche quale sarà la scena finale del libro, difficile non saperlo per chi bazzica il genere, ma non è importante, una brava autrice saprà intrattenerci comunque. Quello che purtroppo non sappiamo, e saremo costrette a subire per 299 pagine,  è che Easy non è un romanzo in grado di spingersi oltre il prevedibile e che non presenta nulla, ma proprio nulla, che possa stupirci o emozionarci in qualche modo. Ma analizziamo le cose nel dettaglio. Jacqueline è turbata per quello che le è accaduto, ma per timore dello scandalo, poiché è stata salvata in tempo, decide di non denunciare Buck e di lasciarsi tutto alle spalle. Quando poi Buck diventa una seria minaccia, ed anche un'altra ragazza viene coinvolta, Jacqeline dovrà affrontare suo malgrado una difficile situazione, legata anche alla crescente cattiva fama di ragazza "facile" che comincia a perseguitarla . Nel mentre Jacqueline continua il suo percorso universitario e, proprio durante le lezioni, si troverà di nuovo a contatto con Lucas, finendo per esserne attratta e sempre più coinvolta man mano che le loro strade si incroceranno in più modi. Lucas infatti è anche istruttore in un corso per autodifesa, a cui Jacqueline di iscrive, e lavora nel suo Sturbucks preferito. A tutto ciò si aggiunge un terzo tipo di interazione, che qui non svelo, la cui evidenza  sarebbe chiara fin da subito anche al lettore più ingenuo. Ecco quindi che Jacqueline si ritrova durante le lezioni a sbiarciare Lucas, che non sembra molto interessato agli argomenti e scarabocchia distratto, chiedendosi se lui la stia guardando oppure no.  Chiunque abbia mai avuto 19 anni si è sicuramente trovato ad avere questo tipo di trip mentali, ma la cosa diventa un po' noiosa, per non dire proprio seccante, quando questi pensieri vengono ripetuti più volte lungo la trama, anche dopo che la conoscenza fra i due è divenuta più approfondita. Appartenendo questo romanzo al nuovo genere ribattezzato New Adult (ossia YA in cui è presente anche il sesso), lasciamo correre su questo aspetto, d'altronde possibile, e continuiamo a leggere. Lucas, come ogni eroe da Romance che si rispetti, ha un tormentoso segreto, che lo lega a doppio filo alla vicenda di Jacqueline. Non svelo quale esattamente sia tale segreto, per non guastare la lettura a chi volesse intraprenderla, ma mi sento in dovere di dire che sarà proprio questo mistero a lasciare sull'intera storia una nota stonata, un alone un po' morboso, che ha reso  il romanzo, almeno per me, ulteriormente spiacevole. Se a tutto questo uniamo poi i continui errori nella traduzione, che non si limitano ad essere refusi, ma veri e propri errori di grammatica, lo sfavorevole cerchio si chiude. Unico lato positivo del romanzo è il messaggio che l'autrice vuole dare, di non sentirsi mai colpevoli per aver subito un abuso, e di non arrendersi e chiedere aiuto quando ci si trovi ad affrontare un tale dramma. In definitiva però, ho trovato il romanzo poco interessante e prevedibile. Consigliato ai soli lettori di Romance, e in particolare a quelli a cui va bene tutto basta che ci sia un storia d'amore. Voto: 5/6



Di fianco la copertina originale del romanzo