sabato 12 novembre 2011

DEAD END

Sotto una pioggia battente il Sergente Pringle scrutava la strada.
Sul marciapiede rivoli d'acqua si univano e si separavano seguendo percorsi  di liquido caos.
La luce giallognola di un lampione in lontananza vibrava di elettriche domande senza risposte.
Nell'antro di un palazzo abbandonato, Oscar Pringle scrutava la strada, avvolto in un trench grigio come la polvere dei suoi pensieri.
Molto tempo prima di quella notte, molto tempo prima di qualunque cosa il sergente avesse mai conosciuto, tutto aveva avuto un senso.
Nell'incessante scrosciare della pioggia si può trovare un luogo dove non c'è alcun rumore.
In quel luogo i lampioni hanno delle risposte.
In quel luogo il sergente avrebbe atteso.
Il freddo penetrava le ossa fino a raggiungere l'anima.
Ma non si può gelare qualcosa che non ha mai avuto calore.
Rosso e poi grigio.
Rosso e poi di nuovo grigio.
Bianco tenta di raggiungere il cielo, ma la pioggia lo schiaccia a terra di nuovo.
Non può scacciare quel gelo il sergente. Nemmeno con una sigaretta in bocca.
Un lampo illumina il suo viso, gli occhi vigili, il corpo in tensione, pronto a scattare.
Arriverà.
Nonostante la notte urli contro la luce che l'opprime e l'annienta ogni nuovo giorno.
Nonostante il cielo urli la sua rabbia riversandola sul mondo in un lago di speranze infrante.
Arriverà e lui sarà pronto.
Come sempre.
Ancora una notte sergente.
Ancora un'ultima notte.

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