lunedì 18 marzo 2013

Anger

Anger
di: Isabel Abedi casa editrice: Corbaccio pag: 214 titolo originale: Isola 



Joy Reichert (in arte Vera) è alle soglie dei diciotto anni e accetta di partecipare ad un progetto cinematografico a metà fra un reality show ed un film. Il geniale e famoso regista Quint Tempelhoff ha infatti reclutato dodici ragazzi, fra cui la stessa Joy, per spedirli poi su un'isola deserta a largo di Buenos Aires, completamente tappezzata da telecamere e dotata di tutti i comfort necessari alla permanenza del gruppo per tre settimane. Il cast dei ragazzi , ognuno dei quali sceglie un soprannome fittizio, viene rassicurato sulla sicurezza del progetto dalla presenza del regista, e di un suo aiutante, su un'isoletta vicina. L'idea di Tempelhoff è quella di registrare ogni evento per poi ricavarne un film. Quello che i ragazzi non si aspettano è però che il regista ha in mente un progetto molto più ambizioso, e una volta sull'isola scopriranno di essere le pedine di un gioco spietato: ognuno di essi riceve infatti una busta nera che determinerà chi fra loro svolgerà il ruolo di assassino e chi invece sarà la vittima. Seppur titubanti i dodici accettano la sfida, rassicurati dal fatto che si tratta solo di una messa in scena, nessuno infatti corre alcun pericolo, e gli "assassinati" saranno unicamente allontanati dall'isola in gran segreto dall'assassino. Qualcosa però va storto, e quello che sembra un gioco innocente diventa una tragico inganno.

Il suono di una sirena da nebbia annuncia la "morte" del primo assassinato. Vi ricorda qualche cosa? Sicuramente la scelta del titolo "Anger" (rabbia in inglese) richiama volutamente il suono di Hunger (fame) del celeberrimo Hunger Games di Suzanne Collins. La circostanza poi che i protagonisti siano dodici ragazzi in lizza fra loro in un gioco "mortale", non può che togliere sicuramente ogni dubbio sull'iniziale ispirazione della trama di questo libro. Se anche infatti il titolo originale del romanzo sia "Isola" (termine volutamente italiano, come viene specificato all'interno del romanzo, per richiamare il senso di isolamento) l'ammicamento in questo senso da parte dell'autrice sarebbe comunque risultato palese al lettore. Le verosimiglianze con Hunger Games si limitano però a questo canovaccio iniziale e sicuramente "Anger" e "Hunger Games" si  svolgono su due piani completamente diversi. Se infatti in Hunger Games la lotta della protagonista è quella per la sopravvivenza e per il riscatto sociale (inteso come opposizione ad un governo ingiusto), Anger si limita ad essere un thriller adolescenziale, con risvolti romantici tipicamente Young Adult, e dall'analisi sociale quasi del tutto assente, se non per la personalissima vicenda  della protagonista, introdotta però solo come "mezzo" per lo sviluppo della trama. Vera infatti, ragazza introversa e poco sicura di sé, decide di partecipare all'Isola con l'unico scopo di riavvicinarsi alle sue origini di meniños de rua delle favelas, e per recuperare il rapporto con Esperança, la misteriosa donna dalla cui foto non si separa mai. L'isola è inizialmente per la protagonista solo un mezzo per affrontare e capire il suo passato e, solo in seguito, diventa invece anche un luogo dove vivere i propri drammi di adolescente insicura e il palcoscenico di un'amore giovanile e di uno spietato meccanismo. Anger  strizza quindi l'occhio ad Hunger Games, ma trova poi una sua strada, che è quella del thriller Young Adult. La narrazione avviene a flashback attraverso le parole di Vera, e si alterna alla voce di un'osservatore esterno, il burattinaio dell'Isola, che diventa gradualmente sempre più strano ed inquietante. La tensione del lettore cresce man mano che si va avanti, e in questo senso il romanzo avrebbe un certo pregio, se il tutto non fosse guastato dai patemi interiori della protagonista, tipicamente adolescenziali, che a mio avviso strizzano esageratamente l'occhio al pubblico giovanile svilendo grandemente la trama. Vera infatti si innamora istantaneamente del misterioso "Solo", e si dibatte interiormente sulla sua inadeguatezza. Un paio di esempi:

"Chiusa come un'ostrica. Era quello che i ragazzi della mia scuola dicevano di me, anche se le loro parole mi rimbalzavano addosso, come un guscio liscio. Non mi toccavano. Ora però quel guscio si era rotto e capii di avere paura, paura di essermi aperta."

"Innamorarsi di qualcuno poteva essere doloroso, molto doloroso, e anche da questo non ci si poteva difendere. Rimasi a guardare il mare. Il vento fresco, ma non riuscivo quasi a respirare. Mi sentivo spaventosamente sola, isolata. Come un'isola pensai. Un isola in mezzo al mare"

Ma ai fini della trama tutto fa brodo e quindi continuiamo a leggere presi dal mistero che si infittisce, fino a giungere al coupe de theatre, così vecchia scuola da diventare quasi originale, quasi. Anger in sostanza è un thriller che non dispiace, scorrevole, ma che avrebbe potuto sfruttare molto meglio le sue potenzialità, ed evitare una certa ripetitività nella fase iniziale (con una presentazione a oltranza di ciascun personaggio) e la scelta di alcuni cliché nella delineazione di alcuni caratteri (la bella un po' sciacquetta, il furbo mefistofelico, l'esuberante bonacciona etc..). Consigliato a chi cerca un thriller carino, ma senza pretese, e agli amanti degli YA. Voto: 7


Di lato la copertina originale del romanzo.

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